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“L’intelligenza emotiva (QE) è due volte più rilevante delle capacità cognitive (QI), come fattore predittivo di performance eccezionali” (Goleman)
Tutto questo significa che un intelligente emotivo non dimostra mai le sue emozioni? Non si arrabbia? Non fa vedere che è triste o turbato? Non piange in pubblico perché “è da bambini”? Oppure viene sopraffatto dalle situazioni rimanendo vittima delle sue “arrabbiature”in famiglia o sul lavoro? Lascio a te le considerazioni su queste domande! Personalmente penso che l’emozione equivale a Vita, a movimento, azione (e-moveo= muovere da): attraverso le nostre emozioni siamo guidati nell’affrontare situazioni critiche importanti, soprattutto quando, per il nostro intelletto, l’impegno è tale da non essere sufficiente. La bella notizia è che non è mai troppo tardi per cominciare ad allenarsi (perché di allenamento si tratta!) per essere emotivamente intelligenti: cioè imparare ad amministrare le proprie emozioni e guidarle nelle direzioni più vantaggiose, essere capaci di capire i nostri sentimenti e quelli degli altri. Non so se vorrai cominciare ad allenarti da subito o tra un po' di tempo, prova intanto ad immaginare di che cosa potresti essere capace nella tua vita quotidiana, nel tuo lavoro, nella tua famiglia o con i tuoi amici grazie alla tua intelligenza emotiva!