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La paura ti blocca?
Ecco come farsela amica

Ogni volta che ci si pone un obiettivo da raggiungere, può subentrare la paura , e questo è assolutamente normale! A volte però questa paura può essere paralizzante e potrebbe ostacolare , se non impedire, il raggiungimento dell’obiettivo prefissato.

La paura è una delle emozioni “primarie”, cioè innate e universali ovvero riscontrabili in ogni popolazione (così come ci dice Ekman nei suoi studi), a cui l’essere umano, così come nel mondo animale, può reagire innescando tre meccanismi di difesa: Freeze- Fight- Flight, ovvero bloccarsi, scappare o combattere.
Molto spesso può capitare che la paura venga considerata come un’emozione negativa, proprio perché può innescare meccanismi di fuga o di blocco nella risoluzione dei problemi o nel raggiungimento di un obiettivo: come ad esempio superare un esame, fare bella figura in un colloquio di lavoro, fare delle scelte importanti o dei cambiamenti aziendali, fare degli investimenti, parlare in pubblico o in una riunione di lavoro. In altre parole, ogni volta che ci si spinge oltre la “zona di confort”, una delle emozioni naturali che si innescano per prima, è proprio quella della paura.
La bella notizia sta nel fatto che nella logica di Coaching, fatta di azione, movimento, spostamento, cambiamento, non esistono emozioni positive o negative, in quanto ogni emozione (dal latino “moveo” movimento, con il prefisso “e” movimento da), sottintende una tendenza ad agire, a fare qualcosa. Le emozioni servono da guida per affrontare momenti critici e importanti, ciascuna di esse orienta il nostro comportamento per far fronte alle diverse situazioni.
Non c’è azione se non c’è emozione, e più forte sarà l’emozione, maggiore sarà la spinta ad agire…..una manna per i Coach! In un processo di Coaching la paura, come tutte le altre emozioni, vengono assolutamente inglobate nel percorso di crescita, vengono ascoltate e fungono da carburante per la realizzazione del futuro desiderato.
La paura è colei che ci mantiene vigili e attenti, mantiene alto il livello di adrenalina, è la nostra alleata quando da piccoli ci insegnano che “per paura di essere investito, guardo bene in ogni direzione prima di attraversare la strada”. La paura ci accompagna e ci serve, non possiamo escluderla dal percorso di raggiungimento di nessun obiettivo!
In tal senso, il fatto di capire di che paura si tratta, aiuterà moltissimo nel processo di avvicinamento all’obiettivo prefissato: d’altronde si ha più paura di ciò che non si conosce!
Comprendere meglio dunque, di che tipo di paura si parla, aiuterà a migliorare la situazione. Si può trattare di paura di fallire: riferita a ciò che abbiamo fatto in passato, alle delusioni, agli insuccessi, a ciò che è andato storto: la paura che fa sentire spenti e demotivati, quella che pone la domanda “e se va male anche questa volta?” e probabilmente innesca delle scelte di “ripiego” perché “ci ho provato tante volte ma è sempre andata male..”.
Altra storia è la paura di farcela: riferita invece a ciò che potrà avvenire in futuro, alle conseguenze che decisioni prese avranno sul contesto sociale o lavorativo, ai cambiamenti che si dovranno affrontare, quella che provoca stress o “ansia da prestazione”. Spesso la domanda che ci si pone è “sarò capace?” e anche in questo caso il rischio è che si scelga la strada dell’accontentarsi di ciò che si ha, come se desiderare qualcosa di diverso fosse una colpa……
Cosa fare allora quando la nostra amica paura sembra metterci i bastoni tra le ruote?
Il primo elemento da considerare è il tipo di obiettivo che ci si pone: spesso sono obiettivi mal confezionati, troppo generici, poco realistici o poco attuabili, con il risultato che più che spinta ad agire, provocano frustrazione e demotivazione. In un processo di Coaching, la responsabilità del Coach sta nelle codefinizione degli obiettivi, nel presidio e nella formulazione di obiettivi ben confezionati, che rispondano a specifiche caratteristiche e che possano essere raggiunti grazie ad un piano d’azione consono ed efficace.
Un altro elemento da considerare è il dialogo interno, ovvero “cosa ci diciamo” quando abbiamo a che fare con la paura di fallire, con la paura di farcela, con la paura del risultato o con la paura del giudizio (personale o degli altri).
Se bastasse infatti convincere la forza di volontà, ovvero la nostra mente razionale, a voler fare una certa cosa, tutto sembrerebbe più semplice! Basterebbe VOLER smettere di fumare, VOLER cambiare lavoro, VOLER superare un esame, VOLER piacere al capoufficio, VOLER andare d’accordo col collega rompiscatole, VOLER dimagrire perché questo avvenga…. Certo è un ottimo inizio, peccato però che non basti!
La mente da convincere in realtà, è quella irrazionale, quella del dialogo interno, quella emotiva…tanto per cambiare! È quella che innesca gli automatismi, quella che agisce se una cosa “le piace”, se “la soddisfa”, se le provoca piacere.
Coma si fa allora a cambiare il dialogo interno? Cominciando a fare domande utili: la caratteristica principale del rapporto di Coaching è “fare domande” di qualità, domande mirate, esplorative, aperte, capaci di generare nella mente scenari alternativi e mai pensati fino ad allora. Lo scopo è quello di creare più alternative possibili alla risoluzione dell’aspetto problematico: l’obiettivo del Coach è infatti quello di ricevere risposte del tipo: “Beh.. a questo non avevo mai pensato!…” oppure “ Adesso che mi ci fai pensare potrei…”
Quali sono queste domande?
Riferendoci alla paura di fallire: rispetto ad un: “Ho paura che vada male anche stavolta..” che effetto farebbe porsi una domanda del tipo “Per quale motivo stavolta potrebbe essere diverso?”, “Cosa, nello specifico, potrebbe fare la differenza?”
Riferendoci invece alla paura di farcela: rispetto ad un: “Sarò capace?”, che effetto farebbe domandarsi “Qual è il motivo per cui non dovresti essere capace?” “Se per altri è stato possibile, per quale motivo per te non dovrebbe esserlo?”.
Non so se vorrai provare a rispondere a queste domande adesso o tra un po' di tempo, se vorrai cominciare da subito o più in là ad essere curioso di intravedere nuovi scenari possibili, in realtà è proprio grazie alla paura che ti darai la possibilità di sperimentarlo!
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